Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Rose e diamanti
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 282, p. 3
Data: 27 novembre 1955


pag. 3




   Alle donne amate si offrono fiori e gemme, profumi e metalli preziosi. Le cose che in breve tempo avvizziscono e svaniscono e le cose che più a lungo resistono e splendono.
   Non dobbiamo stupirci di questo affratellamento di opposti. Le creature, anche se divinamente belle, presto sfioriscono; l'amore invece sembra eterno e difatti, nella nostra speranza, brilla e dura come il sangue di luce dei rubini e come il riverbero siderale degli zaffiri stellanti.
   Anche agli uomini di genio offriamo, di solito, fiato di parole fuggevoli e il bronzo dei monumenti. Anche a Dio offriamo il fumo fugace dell'incenso e i pesanti marmi delle cattedrali. E', dunque, istinto antico degli uomini consacrare a quelli che amano o temono le cose più labili e insieme le più durature. Ai nostri occhi nulla vale fuor del baleno che splende un istante o del monte che accompagna i millenni.


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